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Servizi e Green IT le carte che si gioca Fujits Siemens Computer

Dal 1999, anno della sua fondazione, a oggi Fujitsu Siemens Computers è cambiata molto. Perché lo ha imposto il mercato dei personal computer e perché il produttore nippo tedesco ha deciso da sé di darsi un’identità propria per distinguersi dagli altri hardware vendor. Server, pc (desktop e in modo particolare portatili) e sistemi di storage rimangono un asset fondamentale della società ma la “nuova Fsc” si presenta da qualche tempo alla clientela aziendale e a quella consumer anche con altri abiti, quelli di un fornitore che pensa alle esigenze degli amanti della casa digitale, che guarda in modo strategico al tema del “green It”, che punta sul design per dare valore aggiunto al proprio marchio in ambito consumer. Che, soprattutto, ha fatto della componente servizi per i data center e i sistemi It in genere (consulenza, system integration, supporto tecnico e via dicendo) il fattore di svolta. Di questo ne è profondamente convinto Pierfilippo Roggero, Presidente e Amministratore Delegato della filiale italiana di Fujitsu Siemens Computers (nata nel 2000), che ha fatto coincidere il cambiamento di rotta (verso i servizi) con l’acquisizione della divisione Infrastructure Services di Siemens (nel 2006). Cambiamento che trova concretezza nel fatto che degli attuali circa 11.000 dipendenti che la società ha in Europa (300 in Italia, cui si aggiungono 500 collaboratori esterni) il 50% opera a tempo pieno proprio nell’area servizi.

Fatturato in calo per effetto del revenue mix. Server e notebook in forte crescita
Rispetto all’esercizio fiscale 2006, i conti del 2007 presentano una leggera flessione dei ricavi (6,6 miliardi di euro a livello aggregato contro i 6,9 miliardi dell’anno precedente) che Roggero ha motivato con l’abbandono di alcune linee di prodotti consumer a volumi ma poco profittevoli (come i televisori Lcd) e la crescente incidenza dei servizi a valore aggiunto. I profitti lordi, in effetti, sono cresciuti del 15% per raggiungere i 105 milioni di euro mentre a trainare i risultati italiani (322 milioni di euro) sono stati in particolare le vendite di server “high volume” (l’incremento è stato del 97.6% rispetto a una crescita media del mercato dell’8.3%) e di notebook professionali (dove il salto in avanti è stato del 58.7% rispetto a una media di settore del 16.1%). Risultati che hanno issato Fujitsu Siemens sul terzo gradino del podio per quanto riguarda il comparto globale dei pc in Italia.

Efficienza energetica: una necessità che diventa un business
Il tema della tecnologia “green” è sicuramente un’arma fondamentale nelle mani del marketing dei vendor di informatica e il fatto che se ne parli da qualche tempo in modo assiduo non deve certo stupire. Roggero, nel presentare le soluzioni e la filosofia “verde” di Fujitsu Siemens, ha fornito alcuni dati interessanti sul rapporto in essere fra It (server, computer, apparati), ambiente ed efficienza energetica. Uno di questi afferma per esempio come sul totale delle emissioni di CO2 sulla terra il 2% sia attribuibile alle apparecchiature informatiche (la stessa prodotta dagli aerei). L’elettricità necessaria per farle funzionare (il parametro su cui si calcola l’entità delle emissioni nocive) è il vero tallone d’Achille dell’informatica e un altro dato esibito da Roggero lo dimostra: per un dollaro speso in hardware servono oltre 50 centesimi sono necessari per l’alimentazione della macchina ed entro i prossimi quattro anni questa seconda cifra aumenterà del 54%. Il ragionamento, se fatto nello specifico sui server, mostra un baco evidente dei data center aziendali, tanto più in una fase in cui i costi dell’energia sono in costante ascesa. I consumi di energia elettrica di cui hanno bisogno per operare (che comprende anche quelli dei sistemi di raffreddamento) quintuplicheranno a livello mondiale nell’arco temporale 2005-2010, raggiungendo cifre iperboliche in fatto di Kilowatt/ora. Aggiungiamoci il fatto che i costi di gestione di un server sono mediamente 2,5 volte superiori a quelli per acquistarlo e che la base installata di server da qui al 2011 è destinata a sfiorare i 40 milioni di unità ed ecco che l’intervento sui consumi dell’It è quanto mai necessario. In primis per una questione di costi, per contribuire a ridurre gli impatti sull’ambiente in seconda istanza.

Un miliardo di euro di risparmi grazie alle tecnologie verdi
Fujitsu, nell’ottica di rispondere a queste esigenze, non ci mette solo la cosiddetta “corporate e social responsability” ma anche prodotti e soluzioni. Nel 1993 la società nippo tedesca ha lanciato sul mercato il suo primo “green pc”, nel 2002 ha costruito (nel suo stabilimento in Germania) la prima scheda madre verde e oggi può vantarsi di avere a catalogo il server (modello Primergy TX150 S6) che per la prima volta ha superato le 1000 operazioni per Watt nell’ambito del benchmark SPECpower_ssj2008. Una sorta di record del mondo in fatto di efficienza energetica per una macchina multi core a tecnologia x86. Applicando la tecnologia green (di Fujitsu Siemens), questo il messaggio finale di Roggero, si possono ottenere risultati alquanto significativi. Oltre a citare quelli conseguiti al proprio interno e da alcuni clienti, l’Ad ha messo in evidenza come potrebbe cambiare lo scenario dei consumi di energia dell’It in Italia: stimando in circa 800mila unità la base installata di server ad architettura Intel, i costi di alimentazione e raffreddamento ad essi associati sfiorano i due miliardi di euro l’anno. L’adozione di soluzioni di virtualizzazione e il rinnovo completo del parco macchine con le nuove tecnologie green porterebbero a una riduzione di costi pari a un miliardo di euro in quattro anni. L’equivalente di un consumo di 8,3 Gigawatt/ora, quelli che genera un reattore nucleare in un anno.